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[Cyclisme] Bettini, fantastico bis mondiale
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[Cyclisme] Bettini, fantastico bis mondiale
Test antidoping a colazione
e striscioni contro.
Poi il trionfo in volata
E’ stato di parola. E soltanto i grandi mantengono le promesse più ardite. «Mi hanno lanciato accuse false di doping per destabilizzarmi, vorrà dire che il Mondiale lo rivinco subito», aveva urlato nei giorni scorsi, scottato dalla campagna denigratoria di media, dirigenti e politici tedeschi nei suoi confronti. Ma non basta. Ancora ieri mattina la squadra azzurra è stata visitata a colazione per un controllo antidoping, scatenando l’ira di Bettini. E’ quello il momento più delicato prima delle corse. Inoltre fare prelievi mentre gli atleti si alimentano può anche alterare l’esito di alcuni esami. Per questo Paolino aveva preteso una dichiarazione firmata su tempi e modi del test. La giornata non era dunque iniziata bene, anzi. E infatti Bettini era parso nervoso e accigliato appena arrivato al circuito.
Monica, sua moglie, ha tentato di rasserenarlo. Per non creargli altre preoccupazione aveva affidato ai nonni rimasti in Italia la piccola Veronica, che l’anno prima a Salisburgo aveva continuato a piangere e chiamare papà. «Vai amore, stai tranquillo», ha sussurrato Monica al marito, baciandolo teneramente pochi secondi prima di vederlo andare verso la partenza. Dove però campeggiava un perfido striscione dei tifosi tedeschi: «Bettini go home». Una congiura che avrebbe sgretolato il carattere più ferreo. E infatti la tensione era parsa palpabile. Tosatto, gregario fedele, accorgendosene aveva incoraggiato capitan Bettini e il suo vice Pozzato con frasi irripetibili ma eloquenti. Paradossalmente il più sereno era Di Luca, che avrebbe invece avuto motivo d’essere avvilito dopo l’esclusione in extremis dalla Nazionale. Il biondino di Spoltore si è messo ai box fin dai primi giri ad aiutare massaggiatori e meccanici passando viveri agli azzurri. Che dopo pochi chilometri hanno dato spettacolo.
I primi a rendere dura la corsa sono stati Bruseghin e Tonti, presto aiutati da Tosatto, Ballan e anche Cunego, il Piccolo Principe calatosi per un giorno nel ruolo più umile. Commovente Bertolini, che a 36 anni vestiva la sua prima maglia azzurra fra i pro e l’ha onorata tirando come un mulo per 250 km. A 2 giri dalla fine è poi spuntato puntuale Rebellin, che tentando la fuga ha preparato il terreno ai big azzurri. Fra i quali è un po’ mancato Pozzato, colpito da crampi, ma non Bettini. Scatto ai meno 9 km, stoppato da Franck Schleck, Schumacher, Kolobnev ed Evans.
Nuovo tentativo ai meno 5, ancora neutralizzato. Sembravano azioni troppo dispendiose. Ma Bettini non sa stare fermo, per questo lo chiamano «Grillo». Tutto si è deciso così nel rettilineo d’arrivo, una leggera ascesa che dopo 267 km è sembrata lo Zoncolan: scatta il russo Kolobnev, ma Bettini non può perdere quella volata. Ha un appuntamento con McQuaid, Stoccarda, i denigratori tedeschi. E con la storia del ciclismo, unico azzurro con Bugno ad aver centrato la doppietta iridata consecutiva sfuggita persino a Binda.
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e striscioni contro.
Poi il trionfo in volata
E’ stato di parola. E soltanto i grandi mantengono le promesse più ardite. «Mi hanno lanciato accuse false di doping per destabilizzarmi, vorrà dire che il Mondiale lo rivinco subito», aveva urlato nei giorni scorsi, scottato dalla campagna denigratoria di media, dirigenti e politici tedeschi nei suoi confronti. Ma non basta. Ancora ieri mattina la squadra azzurra è stata visitata a colazione per un controllo antidoping, scatenando l’ira di Bettini. E’ quello il momento più delicato prima delle corse. Inoltre fare prelievi mentre gli atleti si alimentano può anche alterare l’esito di alcuni esami. Per questo Paolino aveva preteso una dichiarazione firmata su tempi e modi del test. La giornata non era dunque iniziata bene, anzi. E infatti Bettini era parso nervoso e accigliato appena arrivato al circuito.
Monica, sua moglie, ha tentato di rasserenarlo. Per non creargli altre preoccupazione aveva affidato ai nonni rimasti in Italia la piccola Veronica, che l’anno prima a Salisburgo aveva continuato a piangere e chiamare papà. «Vai amore, stai tranquillo», ha sussurrato Monica al marito, baciandolo teneramente pochi secondi prima di vederlo andare verso la partenza. Dove però campeggiava un perfido striscione dei tifosi tedeschi: «Bettini go home». Una congiura che avrebbe sgretolato il carattere più ferreo. E infatti la tensione era parsa palpabile. Tosatto, gregario fedele, accorgendosene aveva incoraggiato capitan Bettini e il suo vice Pozzato con frasi irripetibili ma eloquenti. Paradossalmente il più sereno era Di Luca, che avrebbe invece avuto motivo d’essere avvilito dopo l’esclusione in extremis dalla Nazionale. Il biondino di Spoltore si è messo ai box fin dai primi giri ad aiutare massaggiatori e meccanici passando viveri agli azzurri. Che dopo pochi chilometri hanno dato spettacolo.
I primi a rendere dura la corsa sono stati Bruseghin e Tonti, presto aiutati da Tosatto, Ballan e anche Cunego, il Piccolo Principe calatosi per un giorno nel ruolo più umile. Commovente Bertolini, che a 36 anni vestiva la sua prima maglia azzurra fra i pro e l’ha onorata tirando come un mulo per 250 km. A 2 giri dalla fine è poi spuntato puntuale Rebellin, che tentando la fuga ha preparato il terreno ai big azzurri. Fra i quali è un po’ mancato Pozzato, colpito da crampi, ma non Bettini. Scatto ai meno 9 km, stoppato da Franck Schleck, Schumacher, Kolobnev ed Evans.
Nuovo tentativo ai meno 5, ancora neutralizzato. Sembravano azioni troppo dispendiose. Ma Bettini non sa stare fermo, per questo lo chiamano «Grillo». Tutto si è deciso così nel rettilineo d’arrivo, una leggera ascesa che dopo 267 km è sembrata lo Zoncolan: scatta il russo Kolobnev, ma Bettini non può perdere quella volata. Ha un appuntamento con McQuaid, Stoccarda, i denigratori tedeschi. E con la storia del ciclismo, unico azzurro con Bugno ad aver centrato la doppietta iridata consecutiva sfuggita persino a Binda.
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Isabella- Invité
Re: [Cyclisme] Bettini, fantastico bis mondiale
Deux jours après avoir été autorisé à courir par le tribunal de Stuttgart, saisi par les organisateurs des Mondiaux, Paolo Bettini conserve son titre en devançant au sprint quatre échappés : le Russe Aleksandr Kolobnev, l'Allemand Stefan Schumacher, le Luxembourgeois Frank Schleck et l'Australien Cadel Evans. Il faut descendre au 30e rang pour voir le premier Français, Pierrick Fédrigo.
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Isabella- Invité
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